Abu Mazen a Roma

L’appetito vien mangiando

E’ vero che l’appetito vien mangiando ma guardate che anche la tracotanza in politica paga. Nessuno più di Yasser Arafat è stato un maestro insuperabile in questo campo. Ispirate tutte le trame terroristiche che hanno devastato il medio oriente per decenni, scaricava sui suoi gregari tutti i reati per cercare soluzioni diplomatiche. Il suo capolavoro fu il caso Achille Lauro dove trovò persino un governo occidentale pronto a garantire l’immunità ai suoi assassini e poi a farli scappare. Tanta fatica non volse a nulla. Alla fine Arafat che voleva distruggere Israele e spazzare via i suoi abitanti si convinse della necessità dell’intesa. Non abbiamo mai capito se questa fosse una sua convinzione politica o il timore che continuando la lotta nell’Olp qualcuno gli avrebbe fatto la pelle e non necessariamente gli israeliani che pure ci si erano impegnati non poco. In ogni caso appena Arafat tornò da Camp David con l’accordo i palestinesi lo rifiutarono e la sua esperienza politica finì confinata a Ramallaha. mentre nella Striscia presero piede gli integralisti di Hamas, una storia completamente diversa di quella di Fatah se non per un punto, ovvero la necessità di distruggere Israele nella sua carta, non di trovarci un accordo. Da quel momento lo stato dei rapporti fra Abu Mazen l’erede politico di Arafat ed Hamas, non è proprio chiarissimo. Si sono fatti la guerra, si sono trovati d’accordo o che cosa, ogni settimana può cambiare, sono tribù litigiose le loro, nemmeno partiti conflittuali. Per cui quando Abu Mazen chiede il riconoscimento della Palestina, non è che si comprende esattamente cosa si riconosca. Per fare uno Stato di Palestina, ci vorrebbe non diciamo una precisa idea territoriale, cosa che la Palestina, dispiace, non dà affatto, ma almeno una qualche intesa politica, un patto d’azione, tanto per ricordare il Risorgimento italiano, fra le parti costituenti. Senza questo non riusciamo nemmeno a capire con quale faccia Abu Mazen pensi che un governo con un minimo di intuito politico possa riconoscere una realtà completamente immaginaria. Più comprensibile invece la richiesta del nostro vecchio amico Nehmer Hammad che rappresentante diplomatico palestinese a Roma, ora è consigliere politico di Abu Mazen. Hammad ha spiegato che essendo il nuovo governo israeliano di Netanyahu più estremista di quello precedente sarebbe importante che l’Italia esprimersi con chiarezza contro gli insediamenti ebraici sui territori palestinesi, trovando la maniera per punirli. Almeno questa è una richiesta realizzabile. Se il governo italiano se la sente, bisognerebbe solo comprendere esattamente come dovrebbe “punire” il governo Israeliano, può sposare la proposta di Nehmer Ammad. Poi ne discuteremo le conseguenze.

Roma, 15 maggio 2015